Didattica generale
Il VORTICE POLARE, cos'è e come influenza i nostri inverni
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- Pubblicato 13 Gennaio 2015
- Scritto da Luca Angelini
Vortice polare a “palla”, locuzione che negli inverni recenti è rimbalzata molto spesso di bocca in bocca tra gli appassionati meteo come tra i professionisti. Quanti di voi si saranno chiesti in quelle circostanze il perchè di cotanta potenza, il motivo di una Corrente a Getto sempre così tirata, il perchè di un anticiclone sempre invadente, le cause, in definitiva, di quelle che si sono poi rivelate “non stagioni”.
Tra tutte le cause che possono originare un immane approfondimento della trottola artica fin su alle alte quote stratosferiche possiamo annoverare un’interessante correlazione, dimostrata fisicamente e statisticamente, che lega l’andamento dell’indice NAO al vortice polare stratosferico. Si tratta di una importante relazione che connette oceani e atmosfera e che rende l’idea della complessa interazione che regola il clima del nostro Pianeta. Ne vediamo lo schema nella figura in basso.
Se l’indice NAO si porta in terreno positivo, ossia se il ciclone semipermante d’Islanda si approfondisce (e le alte pressioni subtropicali si portano verso il Mediterraneo), sulla verticale dell’Isola si ha un abbassamento della tropopausa (limite tra troposfera e stratosfera) accompagnata da una anomalia positiva della vorticità potenziale.
Con questo stato di cose la propagazione in spessore delle onde anticicloniche che si trovano a transitare in Atlantico incontra l’anomalia e tende così a riflettere il flussi di calore associati verso l’equatore, escludendo la traiettoria polare che invece provocherebbe un indebolimento del relativo vortice stratosferico.
Il processo causa per contro una anomalia opposta della vorticità potenziale sulla verticale del Polo, con relativo sollevamento della tropopausa di alcune centinaia di metri. L’espansione dello spessore d’aria toglie peso alla colonna di atmosfera e la pressione inizia a diminuire. Parte così l’approfondimento del vortice polare stratosferico (indice NAM su valori positivi) e, di conseguenza per trasmissione della quantità di moto, anche del vortice polare al livello del mare con l’Oscillazione Artica (AO) che si trova a sua volta in terreno positivo.
A questo punto il cerchio si chiude, dato che la NAO non è altro che il ramo atlantico dell’AO. Si ha dunque la mutua amplificazione dei due indici, con gli sbalzi di pressione tra alte e medie latitudini che si esasperano e provocano la forte accelerazione del Getto. Quest’ultimo fornisce alla banda anticiclonica subtropicale ulteriore alimentazione dinamica, tale da farla espandere fin sull’Europa (Italia in primis naturalmente), inficiandovi così anche per mesi, i buoni propositi dell’inverno, anche il più incallito.
Ma, guarda caso, non è quanto accaduto finora? Risposta affermativa. Si ma e dopo? Per capirlo non ci rimane che tener sott’occhio quanto descritto e controllare se questo equilibrio muterà oppure se l’inverno dovrà fuggire ancora una volta verso lidi lontani.
Luca Angelini
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