Didattica figure atmosferiche
I FATTORI d'innesco del ciclone con caratteristiche TROPICALI passato fra Malta e la Sicilia
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- Categoria: Didattica figure atmosferiche
- Pubblicato 10 Novembre 2014
- Scritto da Daniele Ingemi
Dopo la formazione dello spettacolare ciclone, dalle caratteristiche tropicali, che nella giornata di venerdì 7 Novembre, dopo aver spazzato Linosa, Lampedusa e Malta, con venti tempestosi fino a 150 km/h, ha lambito le coste della Sicilia orientale, inizia la fase di studio che deve farci capire quale sia stato il vero sia stato il fattore di “trigger” alla base dell’innesco della profondissima circolazione ciclonica.
Da una prima analisi preliminare possiamo iniziare a sostenere che il rapido sviluppo dell’imponente “TLC” (tropical like Cyclone) su quel punto esatto del Canale di Sicilia, nella mattinata di venerdì 7 Novembre, sia direttamente connesso al particolare posizionamento del minimo barico a mesoscala, che si era formato 12 ore prima sulla terra ferma, lungo il versante sottovento dell’Atlante algerino.
Difatti, stando anche al contesto sinottico generale, ha avuto il merito di posizionarsi nel posto giusto al momento giusto, per subire un rapido approfondimento, approfittando degli elevatissimi valori di vorticità potenziale isoentropica in quota, indotti dal “forcing” dinamico della stessa saccatura scivolata fin sull’entroterra desertico algerino.
In sostanza il minimo depressionario, prima del suo rapido approfondimento, ha avuto la fortuna di trovarsi posizionato lungo l’entrata sinistra del “getto polare”, in una zona caratterizzata da elevatissimi valori di vorticità positiva. Il passaggio del “getto polare”, con velocità particolarmente elevate, non ha fatto altro che creare una anomalia della tropopausa, provocando un abbassamento di quota della troposfera, con il conseguente ingresso di aria molto fredda e secca, d’origine stratosferica (invasione stratosferica), sopra la verticale della struttura ciclonica.
La sovrapposizione di questo flusso freddo e molto secco nell’alta troposfera, attraverso l’ingresso del “getto polare”, ha rappresentato il vero fattore di “trigger” del profondo ciclone, che nella fase dell’approfondimento, durante il passaggio sopra le calde acque del Canale di Sicilia, ha cominciato ad incamerare un ingente quantità di calore latente, risucchiato dall’intensificazione dei moti convettivi (correnti ascensionali) interni alla circolazione depressionaria.
L’intensificazione dei moti convettivi, prodotta dall’inasprimento del “gradiente termico verticale” e del “gradiente igrometrico”, durante la mattinata di venerdì 7 Novembre, ha contribuito a riempire la piccola depressione di aria piuttosto calda e molto umida, fino ai medi e bassi strati, creando un cosiddetto “cuore caldo” dentro il nucleo depressionario, con temperature di oltre i +1°C +2°C rispetto all’ambiente circostante.
Proprio durante questo passaggio il sistema, essendo in mare davanti la Tunisia, ha cominciato ad avviare la cosiddetta “tropical transition”, ossia l’evoluzione da un sistema “baroclino”, in un sistema “barotropico”, con un minimo depressionario molto profondo, ben strutturato sia al suolo che in quota nel medesimo punto. Ma prima della trasformazione in un sistema depressionario di tipo tropicale, nella fase di ibridazione, i flussi di calore sensibile (aria calda) e latente (aria umida) in ingresso nel vortice ciclonico devono dominare sulle altre correnti, riempendolo di aria calda e molto umida che innesca il processo di “autoalimentazione”, tipico dei cicloni tropicali.
Questo tipo di “autoalimentazione” prevede che il processo di convezione profonda attorno al minimo, supportato dal costante risucchio di aria calda e umida dal mare, contribuisca a iniettare una ulteriore quantità di energia sotto forma di calore latente di condensazione, che contribuisce a rafforzare e approfondire il ciclone, che ormai assume piene caratteristiche tropicali.
Questo è quanto è successo nelle ore in cui la depressione ha sostato sopra le calde acque del Canale di Sicilia, prima di passare fra Lampedusa, Malta e la Sicilia orientale, causando forti piogge e venti di tempesta. Tramutandosi in un “TLC”, alimentato dal supporto caldo e umido marino (forzante esterna che ha favorito l'evoluzione "barotropica"), il sistema, dotato di una formidabile forza centrifuga, innescata dagli elevati valori di vorticità potenziale in quota sopra il Canale di Sicilia, ha cominciato a sfornare le classiche bande nuvolose spiraliformi attorno l’occhio, seguendo una traiettoria est-sud-est, che l'ha visto passare da Pantelleria verso Lampedusa e Linosa, dove ha portato un rapido tracollo della pressione accompagnato da venti di tempesta, che nelle raffiche più violente da Ovest hanno toccato i 135 km/h a Lampedusa.
Daniele Ingemi
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